La stagione sciistica bussa alle porte e così, nell'attesa di una nevicata in grado d'accontentare i patiti dello sport bianco, c'è il tempo per spolve­rare l'album dei ricordi, dalle cui pagine riemerge la notizia di una curio­sa caccia alla volpe svoltasi 65 anni fa sulle nevi del Piano del Cavallo. Corre il febbraio del 1941, quando la Sezione del Centro Alpinistico Italiano di Pordenone decide d'organizzare un'incruenta caccia alla volpe aperta a tutti gli appassionati di sci della zona; con la modica spesa di Lire 5 per i soci e Lire 8 per i non soci gli sportivi della neve avrebbero potuto partecipare alla gara, godendo anche di un pernotto al Rifugio Policreti.
La notizia, diffusa sia dal quotidiano d'Udine “Il Popolo del Friuli” sia dal settimanale “Il Popolo”, incuriosisce decine di sciatori di Pordenone, Aviano, Maniago, Sacile e Dardago; tra loro non mancano gli iscritti alle associazioni fasciste, prime tra tutte la Gioventù Italiana del Littorio, l'Opera Nazionale Dopolavoro ed i Gruppi Universitari Fascisti.
Il programma è il seguente: alle 15.45 di sabato 8 febbraio raduno a Casera San Tomè in Val di Croda con salita della Valle della Stua per raggiungere, dopo circa tre ore di cammino su terreno innevato, la base del Col delle Lastre dove sorge il rifugio. E' stabilito che ognuno raggiun­ga raggiungere la Casera San Tomè con i propri mezzi, ma è implicito che la maggioranza è destinata a sobbarcarsi una lunga pedalata, mentre i più fortunati si sarebbero sicuramente avvalsi dei torpedoni messi a disposizione dal Garage Italia.
Tutto si svolge regolarmente; così alle 9.30 di domenica 9 febbraio, dopo la Messa tra le nevi (nella foto), parte la caccia alla volpe. La zona di battuta è delimitata dal Rifugio Policreti, dalla Forcella di Giais, dal Monte Ciastelat e dal Col Alto; entro questo perimetro abbastanza ampio,
la volpe, impersonata dallo studente Pino Salice, avrebbe cercato di sottrarsi all'accani­ta caccia di ben 30 sciatori divisi in pattuglie. Il Popolo del Friuli ricorda che l'astuto anima­le fu catturato da una delle due squadre di Sacile, mentre per II Popolo l'abbondante nevicata dei giorni precedenti aveva trasfor­mato la marcia d'avvicinamento da Dardago al rifugio in una vera prova di forza. In ogni caso, fu difficile anche seguire le tracce di Giuseppe Salice il quale prima di arrendersi diede filo da torcere agli inseguitori.
Fin qui le notizie sulla caccia, tuttavia sappia­mo che dopo il rientro delle squadre e la consumazione del pranzo, il presidente della Sezione Cai Carlo Alberto Maddalena volle radunare tutti nello spiazzo antistante il Policreti; nello splendido scena­rio offerto dall'altopiano innevato ed inondato da un sole quasi primave­rile, il presidente di Sezione spese parole d'elogio per concorrenti ed organizzatori.
Decine di sci appoggiati alla parete del rifugio gocciolando liberavano gli ultimi cristalli di neve rimasti imprigionati tra le venature del frassino, mentre le lamiere di copertura di quella che fu la vecchia Casera Brusada restituivano una luce accecante alle cime del Cavallo ed ai suoi meravi­gliosi campi di neve.