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Nome scientifico: Strix aluco
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Nome in diletto dardaghese:
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Famiglia: l’ allocco,come il gufo, appartiene alla famiglia degli strigiformi.
Area di diffusione:  è presente in tutta l'Europa,esclusa l’Irlanda, in  Africa settentrionale ed in Asia. In Italia lo si può avvistare quasi dappertutto, tranne che in Sardegna, sia stazionario che di passaggio.
Habitat o ambiente di vita:  non ha un habitat preferenziale, però sotto i 1000 metri s.l.m., al di fuori dei boschi non si fa vedere quasi mai. Frequenta boschi, parchi e giardini, nonché i pressi delle case di campagna.
Taglia: le sue dimensioni, anche negli esemplari più grandi, non raggiungono i 40 cm di lunghezza.
Aspetto fisico:  l'allocco  ha il mantello bruno fittamente macchiettato, la testa grande, rotonda e appiattita,  gli occhi neri, il becco, molto adunco, è poco evidente . Si distingue dal barbagianni per le dimensioni maggiori e il colore più scuro. Il piumaggio superiormente varia dal fulvo al grigio, mentre inferiormente appare bruno fulvo con delle grosse striature scure.
Abitudini:  prevalentemente notturno si concede delle escursioni anche nelle ore diurne. Ha movimenti molto lenti e pesanti ma il suo volo è leggero, oscillante ma non rapido. L’adattamento alla vita notturna si deve al grande sviluppo della vista e dell’udito e nella specializzazione di un volo silenzioso. L’ottima vista, grazie ai grandi occhi posti in posizione frontale, è associata ad un’elevata mobilità del collo, che permette di muovere il capo in direzione orizzontale e verticale, ruotandolo anche di 270°. Questa capacità compensa l’incapacità di ruotare gli occhi. L’udito è intensificato dalle penne disposte a disco attorno agli occhi che fanno apparire la faccia dell’animale piatta e che, coprendo le aperture auricolari, convoglia le onde sonore verso l’orecchio. Altro fondamentale adattamento è la capacità di volare in assoluto silenzio grazie alle piume soffici e vellutate, e all’estremità sfrangiata delle penne delle ali, che garantisce una minore resistenza all’aria. Tutti questi adattamenti gli consentono di giungere sulla preda improvvisamente, giocando tutto sull’effetto sorpresa. Altra caratteristica degli strigiformi è la capacità di ingurgitare le prede intere. La dieta dell’allocco è molto varia e comprende piccoli mammiferi, uccelli e anfibi.
Riproduzione: non costruisce alcun nido ma utilizza cavità di ogni genere negli alberi e nelle rovine, spesso occupa anche tane di tasso e di coniglio. Nidifica tra febbraio e giugno. Depone mediamente 2-4 uova, ad intervalli non regolari (fa solo una covata). L'incubazione dura un mese, l'involo dei piccoli avviene dopo 5 settimane dalla schiusa. Per l'autosufficienza occorrono 4 mesi .Durante la cova la femmina resta nel nido e il maschio provvede all’approvvigionamento del cibo. Se la stagione è brutta e il cibo scarseggia, il maschio non può tornare molto spesso al nido e anche la femmina può essere costretta ad abbandonarlo. Quando questo avviene, le uova, raffreddandosi non arrivano a schiudersi. In condizioni normali le uova schiudono ad intervalli di pochi giorni, in modo che il primo nato sarà il più grosso, mentre l’ultimo il più piccolo. Se il cibo non è sufficiente per l’intera prole, il più grande si accaparrerà la maggior parte del pasto a scapito del più piccolo. Se vi fosse un’equa spartizione del cibo probabilmente tutta la nidiata morirebbe, mentre così sopravvive almeno in parte.
Curiosità:  l’udito dell’allocco è eccezionale, tanto da permettergli di localizzare prede molto piccole, come lombrichi e scarabei.