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Nome scientifico: capreolus capreolus
Verso:
Nome in diletto dardaghese:
Foto:                Colorami Tu:
Famiglia: cervidi
Area di diffusione: in Europa è diffuso in tutte le aree forestali ad eccezione delle zone a forte e prolungato innevamento, in Irlanda e nelle isole del Mediterraneo.
Habitat o ambiente di vita:  : il capriolo vive soprattutto nelle foreste, ma d'estate si avventura anche su terreni aperti. il Capriolo non è un super ruminante e necessita pertanto di diverse razioni alimentari nel corso della giornata, sino a 8-12. In estate si nutre anche durante la notte ; normale è il pascolo all’alba, a mezzogiorno e al tramonto. L’alimentazione consiste in erbe di vario genere, e anche parti legnose, fogliame, gettiti di latifoglie e anche di conifere (abete bianco in particolare). Durante l’inverno la fibra grezza può rappresentare sino all’80% della razione alimentare, con possibilità di danno alla foresta (minore di quello arrecato dai Cervi).
Taglia:: il capriolo misura al garrese  65-90 cm, lunghezza naso-coccige 100-140 cm, è quasi privo di coda 1-2 cm, la quale è rudimentale non potendo funzionare come organo di comunicazione visiva. Il peso vivo si aggira intorno ai 18-32 Kg . Le femmine adulte pesano meno dei maschi, circa 20 Kg, mentre si arriva ad un massimo di 30-33 kg nei maschi. Ha una testa piccola dal profilo triangolare e dal muso stretto, presenza del musello, unione labbro superiore con cartilagini nasali nelle specie italiane. I suoi occhi sono grandi ed ovali, le sue orecchie grandi e snelle. I sensi sono eccellenti, anche la vista, nonostante che l’habitat a lui congeniale presenti orizzonti poco ampi, risulta acuta.
Aspetto fisico:  la struttura del corpo puo’ servire per la determinazione in libertà dei sessi e delle classi di età: il maschio ha il tronco più corto di quello della femmina, il collo più corto e grosso, la testa triangolare. La femmina ha le orecchie lunghe, il collo lungo e sottile la testa più allungata. Il Capriolo maschio di 1 anno oltre ad avere il muso dall’espressione bambinesca, ha il collo lungo e magro; poi invecchiando il collo si inclina sempre di più e la testa sembra più corta per l’allargamento del cranio; la schiena diventa più diritta mentre nei soggetti giovani la curva del dorso è notevole. Nella femmina, con il passare degli anni il ventre si appesantisce, il collo e la testa smagriscono (la testa sembra più lunga), le orecchie sono portate indietro. Il mantello presenta in estate una colorazione rossa, diventando grigio-bruno durante l’inverno; il piccolo è macchiettato sino a circa 3 mesi. La colorazione del muso nel mantello estivo può rappresentare un elemento  utile per la determinazione dell’età nei maschi: a 1 anno il muso è uniformemente bruno, senza toni grigi; a 2 anni la faccia è colorata, con fronte scura e parte nasale chiara; a 3—4 anni la faccia è ancora molto colorata, la fronte più grigia, la macchia bianca sfuma verso l’alto nel grigio. A 5-7 anni predomina il grigio che raggiunge l’altezza dell’occhio; una macchia bianca circonda progressivamente l’occhio. Dopo gli 8 anni il muso presenta una tinta unica variante dal grigio ferro al grigio chiaro; gli occhiali sono ben visibili . In primavera i maschi giovani mutano per primi il mantello (ai primi di maggio) mentre i vecchi lo cambiano pia tardi, verso la fine del mese e anche ai primi di giugno, in soggetti di oltre 8 anni. In autunno ancora i giovani cambiano per primi a partire dagli ultimi giorni di settembre, mentre i più vecchi ancora in novembre. Elemento essenziale ai fini del riconoscimento dei sessi è la presenza, nei soli maschi, dei palchi: dopo la nascita, a 3-4 mesi sono presenti sulla fronte due modeste escrescenze, determinate dalla crescita degli steli che sollevano la pelle; si sviluppano due fusi di piccole dimensioni (2-3 cm. massimo 5 cm.) senza rose, che stirano la pelle a partire da settembre-ottobre e la forano in dicembre-gennaio; sono persi in febbraio per essere subito sostituiti con un nuovo palco (seconda testa). Nei soggetti più scadenti lo sviluppo può avere un andamento irregolare, più lento e questi primi palchi possono non crescere, restare sotto la pelle e non essere visibili che a febbraio-marzo, come semplici protuberanze (bottoni).
I palchi di seconda testa si liberano dal velluto in maggio-giugno. I palchi di seconda testa vengono persi in dicembre; da questo momento il capriolo libererà i palchi dal velluto in marzo-aprile e li perderà in novembre (fine ottobre nei vecchi) Vale sempre comunque la regola che i Caprioli più vecchi puliscono per primi i palchi dal velluto e per primi li perdono. I palchi di prima testa si è detto sono senza rose e senza ramificazioni e molto corti (2-3 cm) mentre quelli di seconda , nei soggetti migliori di 1 anno devono avere due daghe senza ramificazioni ma con rose (fusone) alte come le orecchie, o avere già una ramificazione (forcuto o 4 punte); un capriolo di 1 anno, di seconda testa può addirittura avere 6 punte (palcuto) ma naturalmente gli steli saranno molto sottili. I maschi di 2 anni di terza testa devono avere 4 o 6 punte. Il trofeo sarà al massimo sviluppo in soggetti di 5-7 anni, Dopo i 9-10 regrediscono. Si noti comunque come lo sviluppo del trofeo non rifletta in modo preciso l’età. I palchi sono normalmente bruno-gialli; la colorazione non sembra dipendere da pigmenti contenuti nelle cellule ma dallo sfregamento contro rami e all’azione dell’aria, del sole e dell’umidità. Ma cosa rappresentano i palchi per un capriolo maschio? Normalmente si dice che sia uno strumento di offesa e di difesa, ma questa è una definizione inadeguata a spiegare la loro ragion d’essere. Al massimo possono servire per scontri rituali fra soggetti di pari classe per la conquista del territorio o delle femmine. Le punte aguzze dei palchi sono inadatte a difenderli dai loro nemici naturali come lupi, cani, volpi e cinghiali. Allora potremmo dire che il trofeo è una specie di segno esteriore delle condizioni dell’animale, lo specchio della salute, è un simbolo di casta che conferisce supremazia al maschio .Dalla dimensione e dalla forma del trofeo si può capire lo stato di salute e lo status sociale del capo stesso: più imponente è la massa ossea, più pesante e più elaborata la struttura e più è probabile si sia in presenza di un maschio dominante. La dentatura è importante in quanto le modificazioni e l’usura dei denti permettono di stabilire l’età con buona approssimazione.
Abitudini:  timido e solitario, il capriolo non è un animale facile da avvistare, anche perché il suo ambiente preferito è quello chiusa del bosco temperato o della boscaglia, con folto sottobosco. Il momento migliore per avvistarli è soprattutto all’alba ed al tramonto, quando escono dal bosco e se non sempre si vedono, se ne intuisce la presenza udendo il caratteristico verso echeggiare prima del tramonto. Il grido di allarme, se non disturbati, è un abbaio rauco, cupo e ritmato, comune ai due sessi; il fischio viene emesso dai maschi e soprattutto dalle femmine nell’ambito dei rapporti parentali con significato di richiamo.
Riproduzione: i cerbiatti, generalmente due, nascono a maggio. All’approssimarsi del parto la femmina scaccia i propri congiunti , si isola e dà alla luce uno o due caprioletti i quali non seguono subito la madre ma rimangono per alcune settimane isolati, avendo contatti con essa solo per le poppate e per il riposo notturno. E’ una fase propria di tutti gli ungulati, abitatori della boscaglia, nel corso della quale i piccoli possono seguire chiunque, uomo compreso.  L’aspettativa massima di vita è 12-14 anni ma la probabilità di decesso per cause naturali varia moltissimo in funzione della classe di età, per esempio nei caprioli giovani di 1 anno la mortalità annuale è del 50%, in quelli subadulti (1-2 anni) è del 20%-30%, negli adulti ( 2-7 anni ) è del 5%-10% mentre negli anziani ( più di 7 anni ) è del 15%-20%.
Curiosità:  solo il maschio è dotato di corna. In Italia è il cervide più diffuso.