Mappa del Sito
Home Page
Inizio Pagina
Pagina Precedente
       

Oggi, primo febbraio 2013 il signor Mario Ponte è venuto a trovarci a scuola per raccontarci la sua vita e la guerra che ha vissuto.
Mario Ponte ha fatto la Seconda Guerra Mondiale, che è iniziata nel 1939 ed è finita nel 1945.
Mario è nato nel 1921, oggi ha 92 anni, è in perfette condizioni e, quando va a far visita alle scolaresche, lo accompagna una signora, che si chiama Tamara.
Mario Ponte faceva il militare ed era un ufficiale. Ci ha raccontato che gli hanno sparato al fianco e che una raffica lo aveva colpito anche alle gambe. Una donna lo vide e chiamò delle sue amiche che presero uno slittino per caricarlo e lo trasportarono in questo modo fino a casa loro.
Qui Sonia, così si chiamava la donna, lo curò e gli fece bere tanta acqua per recuperare il sangue che aveva perso.
Dopo alcuni giorni venne fatto prigioniero e lo mandarono in una miniera di carbone. Da mangiare gli davano una piccola pagnotta di pane che spesso aveva un po' di carbone dentro ed era piena d'acqua.
Un giorno vinse una partita a scacchi contro un altro prigioniero tedesco, che era un campione ed ogni volta che questo gli chiedeva la rivincita Mario rispondeva: “Paganini non ripete”.
Dopo un po' lo spostarono in un campo di cotone dove, chi raccoglieva più cotone vinceva una pagnotta di pane in più.
Spesso per far aumentare il peso del cotone i prigionieri mettevano un po' di terra nel sacco oppure ci facevano la pipì dentro.
Un giorno un suo compagno, mentre erano in fila, stava per raccogliere una patata per potersela mangiare, ma una guardia se ne accorse e sparò sulla patata. Per fortuna Mario trattenne il suo compagno e lo tirò via prima che il proiettile colpisse la patata: così gli salvò una mano.
Quando la guerra finì Mario Ponte tornò a casa, sua madre e la sua fidanzata lo stavano aspettando e subito organizzarono il matrimonio.

      Ruber

Il signor Mario Ponte a diciott'anni, nel 1939, è partito per la guerra come soldato. È stato fatto prigioniero dai Russi il 20 giugno 1942 nelle vicinanze del Mar Nero,fu ferito e ha conservato ancora la pallottola. 
Quando fu ferito vicino a lui c'era un suo compagno, anche lui ferito, ma che respirava ancora.
Mario Ponte, allora rotolò verso il suo amico, lo prese tra le braccia ma poi il compagno smise di respirare e morì.
Il signor Mario Ponte fu ferito una seconda volta e fu rapinato: un ragazzo russo di 16 anni gli puntò la canna del suo fucile e in quel momento Ponte, pur di non soffrire, voleva che il ragazzo gli sparasse, ma un altro soldato russo, più vecchio, disse al ragazzo di risparmiare la pallottola perché il signor Mario Ponte sarebbe morto lo stesso e così fece. Poi però due donne lo soccorsero: la neve sotto il corpo non era più bianca ma rossa del suo sangue.
Mangiava pane nero cucinato con il carbone, molti avevano i pidocchi e si ammalavano di tifo che faceva venire la febbre anche a 40.
Quando guarì egli fu mandato nel nord della Russia e fu messo in un carcere civile, dove faceva molto freddo e i caloriferi erano sempre freddi. Era un posto pericoloso perché una volta, ad un prigioniero che stava mangiando, spararono alla nuca da un buco sul muro.
Sopra le mura del carcere c'erano uomini con il mitra. Di notte Mario dormiva con gli scarponi sotto la testa per non farseli rubare. Di giorno raccoglieva cotone, chi, tra i prigionieri ne prendeva di più aveva più pane da mangiare: 200 grammi, quindi sempre poco.
Tornando dalla prigionia dopo la liberazione da parte degli Americani, studiò e si laureò in chimica e sposò la sua amata che lo aveva aspettato per tutto il tempo.
Il racconto del signor Ponte è stato interessante ma la cosa che mi è piaciuta di più è stata una frase: “la neve non era bianca ma rossa del mio sangue”.
Dal suo racconto ho capito che la guerra è brutta, un orrore della vita.

      Emma

Venerdì 1 febbraio è venuto a trovarci a scuola il signor Mario Ponte, che ci ha raccontato di quando era giovane e aveva partecipato alla II Guerra Mondiale.
Ha cominciato dicendo che la guerra è brutta. Mario è nato nel 1921, il 4 settembre e partì per la guerra in Russia nel 1939 quando aveva appena diciott'anni. La guerra è finita nel 1945, ma lui tornò a casa solo nel 1946.
In guerra fu colpito da una pallottola all'intestino, che però non lo uccise, lui pensava che fosse solo una scheggia di bomba. Ci convisse addirittura per 42 anni e 6 mesi. In seguito lo colpirono di nuovo, ma alla gamba. Per fortuna quattro donne russe lo misero su uno slittino con una coperta e lo curarono. Poi dovettero mandarlo in un ospedale dove gli tolsero la pallottola dalla gamba.
Dopo la guarigione fu mandato in una miniera di carbone, dove patì la sete perché gli davano da mangiare e solo qualche sorso d'acqua di tanto in tanto, però quando pioveva lui e i suoi compagni bevevano l'acqua sporca delle pozzanghere.
Il signor Mario Ponte ci ha raccontato anche di quando fu mandato in prigione: lui aveva un diario in cui scriveva ogni giorno quello che gli succedeva, ma quando era in prigione non poteva scrivere perché altrimenti sarebbero rimaste delle testimonianze sul maltrattamento dei prigionieri e questo i Russi certo non lo volevano. Lui aveva con sé uno zainetto e allora scriveva su dei bigliettini la sua giornata e li cuciva nella fessura dello zaino.
Trovò dei buchi sui muri che le guardie usavano per sparare alle spalle dei prigionieri mentre mangiavano. Alla fine riuscì a scappare e tornò a casa dalla sua famiglia. Dal diario scrisse un libro intitolat
“Prigioniero di guerra” di cui ci ha regalato gentilmente una copia.
Il suo racconto mi ha appassionata tantissimo, mentre parlava si capiva tutto il dolore che la guerra può causare e quanto noi che non l'abbiamo vissuta possiamo considerarci fortunati.

      Angelica

Mario Ponte è un signore di 92 anni (li compie il 4 settembre) ed è stato prigioniero in Russia durante la II Guerra Mondiale. Oggi vive a Santa Lucia di Budoia. Ricorda e fa ricordare a tutti che la guerra è un cosa brutta e non si deve ripetere in futuro. Per questo lui ha pubblicato un libro e viene volentieri nelle scuole a raccontare la sua storia. La II Guerra Mondiale è iniziata nel 1939, quando il signor Mario aveva 18 anni. É finita nel 1945 ed è durata se anni. Mario Ponte quando era prigioniero in Russia e c'era la neve era l'unico del suo gruppo che aveva gli scarponi, che si era portato da casa. Questi scarponi gli hanno salvato la vita e lUI li conserva ancora e ce li ha anche fatti vedere. Sotto le scarpe c'era ferro, così non sprofondavano nella neve.
Durante la guerra Mario Ponte è stato ferito e fatto prigioniero. Ha avuto una pallottola che è rimasta per 42 anni e 6 mesi nell'intestino, forse per ricordarsi che è fortunato ad essere vivo e che la vita è un dono.
I nemici gli hanno puntato contro un fucile alla testa e Mario, che era fermo, aspettava che lo fucilassero perché non voleva più soffrire.
Durante la prigionia aveva poco da mangiare: di mattina zuppe e di sera risotto.
Da bere gli davano solo un gavettino d'acqua al giorno. Spesso succedeva che i prigionieri ricevessero un giorno solo cibo e un altro solo acqua. In quei momenti lui ricordava  con nostalgia il suo piatto preferito: il pasticcio di maccheroni di sua zia Annetta.
La cosa che mi è rimasta impressa è quella pallottola che porta sempre con sé: è rimasta per 42 anni e 6 mesi nel suo intestino!
La storia di Mario Ponte mi è piaciuta molto perché non avevo mai saputo niente della guerra ed è stato molto emozionante sentire il racconto dalla voce di un sopravvissuto.

      Alessia

Il signor Mario Ponte ha partecipato alla II Guerra Mondiale (iniziata nel 1939 e finita nel 1945);
é stato colpito all'intestino da una pallottola, che è rimasta lì per 42 anni e 6 mesi e se la tiene ancora adesso come portachiavi per dimostrare che poteva essere morto.
Il signor Mario Ponte è stato prigioniero sul Mar Nero. É stato catturato dopo che l'hanno soccorso a causa di una raffica alle gambe. Quando è stato colpito la neve non era bianca ma rosa per il suo sangue. Ci ha raccontato che la prigionia era molto dura: di mattina mangiavano una zuppa, verso le quattro -cinque mangiavano riso, e di sera il pane, purtroppo bevevano un giorno sì e uno no.
Il signor Mario ponte ha avuto una solo foto di quando era in guerra, che ci ha mostrato.
Ora Mario Ponte ha 92 anni , lo accompagna una signora che si chiama Tamara, e vive a S. Lucia di Budoia.
Il signor Ponte ci ha raccontato la sua esperienza per far capire che la guerra è una cosa brutta
(Claudio)

Il signor Mario Ponte è nato nel 1921 e ha fatto la guerra: lo ferirono al fianco e alle gambe. A proposito: la guerra è iniziata nel 1939 ed è finita nel 1945.
Durante la guerra lui è stato mandato in Russia, è stato fatto prigioniero e lo hanno fatto lavorar in una miniera di carbone, dopo lo hanno portato in un campo di cotone. Ho capito che era brutto viverre così, fa soffrire tanto. Adesso vi dirò una cosa della sua famiglia: aveva una fidanzata, sua mamma si chiamava Teresa e suo papà Serafino.
Quando è tornato si è sposato con la sua fidanzata.

      Mouad

Mario Ponte ha vissuto la seconda guerra mondiale che è durata sei anni, dal 1939 al 1945.
Mario Ponte dice che la guerra è una cosa brutta e noi dobbiamo saperlo perché non succeda in futuro. Lui è partito per la guerra a 18 anni ed è tornato a 24 anni.
È uno dei pochi che sono riusciti a tornare a casa. Molti altri non sono riusciti perché si sono gelati a causa del freddo, perché avevano delle scarpe di cartone e quindi si ghiacciava il sangue e bisognava tagliare il piede.
I Russi facevano lavorare i prigionieri nelle miniere. Da mangiare davano solo 300 grammi di pane al giorno.
Tempo dopo Mario fu trasportato in un altro campo dove coltivavano cotone. I Russi facevano raccogliere il cotone ai prigionieri e, a chi ne raccoglieva di più, davano 200 grammi di pane supplementare.
Mario Ponte si tenne nel corpo una pallottola per 42 anni e 6 mesi. Lui pensava che fosse una scheggia di bomba. Dopo averlo colpito, i nemici hanno visto Mario in una pozza di sangue e non l'hanno ucciso perché sapevano che sarebbe morto dal freddo.
Dal suo racconto ho capito che la guerra non deve essere più ripetuta perché causa morte e distruzione.

      Francesco

Il signor Mario Ponte ha 92 anni ed è nato nel 1921, ha iniziato a combattere nella seconda guerra mondiale nel 1939. La seconda guerra mondiale è stata molto brutta e molto dura.
Mario Ponte ha combattuto in Russia, vicino al Mar Nero. E lì i Russi l'hanno colpito all'intestino con una pallottola. È stato prigioniero in vari campi russi e la prigionia è stata molto brutta soprattutto per la fame e la sete. Il cibo era scarso, alla mattina mangiava di solito la zuppa e alla sera il riso.
Il signor Mario Ponte ci ha raccontato che nel campo di prigionia un suo compagno aveva visto una patata in terra e la guardia aveva sparato alla patata. Per un pelo Mario lo ha salvato, tirandolo per il braccio.
La cosa che mi ha colpito di più del suo racconto è che dormiva con le scarpe come cusicino perché altrimenti gli avrebbero rubato i suoi scarponi.
Dal racconto ho capito che la guerra non deve succedere mai più perché è una cosa brutta.

      Anna

Oggi 1° febbraio è venuto a scuola il signor Mario Ponte, un signore di 92 anni che oggi vive a Santa Lucia di Budoia e ha partecipato alla seconda Guerra Mondiale. È venuto a raccontarci la sua vita e le sue esperienze e a dirci che la guerra è una cosa brutta.
Mario aveva 18 anni nel 1939 ed è stato mandato in guerra sul fronte russo. Qui è stato ferito da un ragazzo russo di circa 15 anni e poi è stato fatto prigioniero.
Ci ha raccontato che la sua fortuna è stata che le quattro donne russe, vedendolo ferito e sofferente in mezzo alla neve tutta rossa del suo sangue, lo hanno salvato caricandolo su uno slittino e portandolo a casa loro. Non tutti sono stati così fortunati.
Quando è stato ferito Mario Ponte aveva vicino un compagno che era stato colpito alla nuca, invece che alla pancia, ed è morto poco dopo tra le sue braccia.
Mario ha tenuto la pallottola che lo aveva ferito dentro si sé per 42 anni e 6 mesi. Poi gli è stata tolta dopo il ritorno a casa e ora la porta sempre con sé.

      Ivan

Il signor Mario Ponte è un reduce di guerra che ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale.
È nato il 4 settembre 1921 e adesso ha 92 anni.
La guerra iniziò nel 1939 quando il signor Mario Ponte aveva 18 anni. Proprio a quell'età andò in guerra e finì nel 1945, quindi durò 6 anni.
La guerra è una cosa molto brutta ma i bambini devono sapere tutto perché non succeda più.
Il signor Mario Ponte faceva parte della compagnia lanciafiamme eil motto della squadra era: “Ardendo Ardisco”.
Quando era giovane, per la guerra, ci lasciò quasi la pelle perché un russo, che avrà avuto 15 anni circa, gli puntò il fucile contro è gli sparò alla gamba e alla pancia. Lui si rascinò verso un suo amico, che era stato ferito alla nuca e stava per morire. Mario los strinse con tutta la sua forza ma quello morì poco dopo tra le sue braccia. Allora Mario si trascinò ancora più avanti e vide due ragazze e mentre loro lo guardavano lui si mise a piangere. Loro lo portarono eentro la loro casa con una barella e lo curarono.
Lui si ricorda una di queste ragazze con il nome di Mamma Sonia.
Mario si tenne quella pallottola nell'intestino crasso per 42 anni e 6 mesi e, anche ora che gli è stata estratta, la porta sempre con sé come testimonianze e anche per ricordarsi quanto è fortunato ad essere ancora vivo.
Dopo essere stato salvato dalle donne russe, Mario fu fatto prigioniero e internato in diversi campi di lavoro. Il periodo di prigionia fu molto duro soprattutto a causa della fame e della sete.
Sono stato molto colpito da un episodio che ci ha raccontato che riguarda proprio la scarsità di cibo.
Mario ha ricordato che in un campo di lavoro dove i prigionieri venivano fatti lavorare nelle miniere di carbone, toccava a turno a ciascuno dei prigionieri, dividere il pane per tutta la squadra. Quando toccò a lui, tagliò il pane in modo approssimativo. I suoi compagni, che invece tagliavano con precisione perché tutti avessero la stessa quantità di cibo, lo costrinsero a rinunciare a una parte del suo cibo. Così lui, da quel giorno, si rifiutò di tagliare il pane.
Io sono contento di non aver dovuto provare le sofferenze della guerra e spero che l'insegnamento di persone come Mario Ponte venga ricordato perché non ci siano più guerre in futuro.

      Devis

Il signor Mario Ponte è un reduce di guerra che ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale.
È nato il 4 settembre 1921 e adesso ha 92 anni.
La guerra iniziò nel 1939 quando il signor Mario Ponte aveva 18 anni. Proprio a quell'età andò in guerra e finì nel 1945, quindi durò 6 anni.
La guerra è una cosa molto brutta ma i bambini devono sapere tutto perché non succeda più.
Il signor Mario Ponte faceva parte della compagnia lanciafiamme eil motto della squadra era: “Ardendo Ardisco”.
Quando era giovane, per la guerra, ci lasciò quasi la pelle perché un russo, che avrà avuto 15 anni circa, gli puntò il fucile contro è gli sparò alla gamba e alla pancia. Lui si rascinò verso un suo amico, che era stato ferito alla nuca e stava per morire. Mario los strinse con tutta la sua forza ma quello morì poco dopo tra le sue braccia. Allora Mario si trascinò ancora più avanti e vide due ragazze e mentre loro lo guardavano lui si mise a piangere. Loro lo portarono eentro la loro casa con una barella e lo curarono.
Lui si ricorda una di queste ragazze con il nome di Mamma Sonia.
Mario si tenne quella pallottola nell'intestino crasso per 42 anni e 6 mesi e, anche ora che gli è stata estratta, la porta sempre con sé come testimonianze e anche per ricordarsi quanto è fortunato ad essere ancora vivo.
Dopo essere stato salvato dalle donne russe, Mario fu fatto prigioniero e internato in diversi campi di lavoro. Il periodo di prigionia fu molto duro soprattutto a causa della fame e della sete.
Sono stato molto colpito da un episodio che ci ha raccontato che riguarda proprio la scarsità di cibo.
Mario ha ricordato che in un campo di lavoro dove i prigionieri venivano fatti lavorare nelle miniere di carbone, toccava a turno a ciascuno dei prigionieri, dividere il pane per tutta la squadra. Quando toccò a lui, tagliò il pane in modo approssimativo. I suoi compagni, che invece tagliavano con precisione perché tutti avessero la stessa quantità di cibo, lo costrinsero a rinunciare a una parte del suo cibo. Così lui, da quel giorno, si rifiutò di tagliare il pane.
Io sono contento di non aver dovuto provare le sofferenze della guerra e spero che l'insegnamento di persone come Mario Ponte venga ricordato perché non ci siano più guerre in futuro.

      Nicole