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Il titolo “La nostra lunga storia” non vuol solo coprire i 90 anni del nostro Gruppo che con oggii celebrà ufficialmente il suo anniversario, ma parte da molto più lontano facendo una breve carrellata sia storica che economica iniziando dagli albori preistorici dei primi abitanti cacciatori e raccoglitori per arrivare ai giorni nostri anche se ci fermiamo negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale; non siamo oltre in quanto è storia conosciuta e vissuta da quasi tutti noi.  Naturalmente nello scrivere questo libro abbiamo dovuto documentarci con altri testi, con ricerche presso archivi storici, ecclesiastici e comunali, con foto dell'archivio del gruppo e con foto o racconti messi a disposizione da alpini e non alpini. Questo lavoro ha occupato circa due anni. In merito agli alpini di Polcenigo che ci hanno preceduto e nel secolo scorso sono stati partecipi a tutti i fatti bellici che hanno interessato l'Italia abbiamo voluto ricordarli conflitto per conflitto con i decorati e con quanti, obbedendo agli ordini ricevuti, hanno sacrificato la vita nel corso delle ostilità. Abbiamo ricordato i Cavalieri di Vittorio Veneto.    Abbiamo voluto dare ampio risalto alle attività costruttive del gruppo che si sono sviluppate in circa sei lustri: il recupero delle costruzioni, malga e magazzino forestale, in località Busa Bernart a 1.250 m. sulle nostre montagne; la riattivazione di sentieri di salita; la costruzione della Lobia del Beor a circa metà salita; la costruzione della nuova sede del gruppo a Coltura ed ai suoi successivi ampliamenti adeguandola alle esigenze attuali. Abbiamo voluto accennare alle tante e varie attività svolte dal gruppo dal dopoguerra in poi e fino ai giorni nostri. Abbiamo ricordato le 87 adunate nazionali illustrandone alcune con documenti fotografici. Siamo riusciti ad avere una ampia documentazione fotografica di nostri alpini “andati avanti” tanto da permetterci una “Alpini gallery” che ci auguriamo possa suscitare quantomeno la vostra curiosità.  Abbiamo poi voluto concludere il nostro lavoro ricordando la forza del gruppo nell'anno in corso. Questo libro nella sua sintesi vuole anche essere un breve documento storico e conoscitivo del nostro territorio e delle difficoltà che i nostri predecessori hanno dovuto affrontare per sopravvivere e per tramandare usi, abitudini e cultura a noi che, grazie a loro, abbiamo senz'altro la fortuna di vivere in tempi reputati senz' altro migliori. Vuole anche essere un portavoce dell'importanza che il gruppo alpini ha avuto sul nostro territorio con i suoi lavori e le sue molteplici attività e ci sentiamo di dover ammettere con una punta di orgoglio che senza gli alpini il territorio, specialmente quello montano, sarebbe stato un po' meno valorizzato e forse abbandonato al degrado della vetustà ed all'inciviltà di odierni vandali. Vogliamo ora riportare una parte della prefazione dell'autore Tizianel Franco che riteniamo significativa nel suo contenuto.
La passione per la storia mi porta ad essere riconoscente per quanti, volenti o nolenti, hanno dovuto dare il massimo di loro stessi nei doveri richiesti od imposti non sempre nel nome della Patria. Come non ricordare chi ha dato la propria vita, chi ha subito mutilazioni e mutazioni, chi ha patito inenarrabili traversie vissute in atroci campi di prigionia sorretti solamente dalla speranza di un non sempre probabile ritorno. Come non ricordare le struggenti sofferenze di madri, padri, mogli e figli, privati, non sempre temporaneamente, di un loro caro. Come non ricordare le migliaia di alpini che di fronte ad un lungo dopoguerra di quasi miseria e di stenti hanno sostituito lo zaino con povere valigie di cartone legate con dello spago e portate nelle più svariate nazioni di questo mondo a seguire barlumi di speranza in migliori condizioni di vita.  Anche questo fa parte del retaggio alpino! Anche questo è alpinità! Non voglio inoltrarmi nel vissuto di tempi di guerra in quanto non ho alcun titolo per poter giudicare nel bene o nel male quanto a suo tempo è stato fatto per obbedienza ad ordini imposti da ideologie politiche che con il senno del poi possono apparire sicuramente discutibili per approdare poi ad altre ed attuali forme politiche perlomeno contestabili. Le pagine che mi accingo a scrivere, pur attingendo dall'eredità di un passato che parte da molto lontano, vogliono ricordare quanti ci hanno preceduto e per lo più raccontare, oltre alla vita del gruppo dalla sua ricostituzione nell'immediato dopo guerra ad oggi, anche un breve cenno sulla storia del paese di cui siamo indigeni e che voglio far conoscere nelle sue parti essenziali a coloro che leggeranno questo libro. Partendo da questo passato, per molti già remoto, voglio lasciare una traccia evidente di quanto è stato effettuato. Parlandone, o meglio scrivendone, vorrei trasferire delle memorie ad un tempo più o meno prossimo in quanto ho la ferma convinzione che un futuro senza memorie nascerebbe orfano delle sue indispensabili basi di partenza. Le memorie che cerco di tramandare vogliono essere  il testimone di una staffetta che passa in mano alle future generazioni e vogliono sperare che questo testimone venga raccolto e portato avanti da mani che siano degne di poterlo impugnare.
Tizianel Franco