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Sabato 13 agosto, a Santa Lucia, ha avuto luogo la cerimonia di inaugurazione del restauro e rinnovo del monumento ai caduti. Ora l’ opera, costruita molti anni or sono dal famoso lapicida locale “Tita Maniaĉ”, risplende di nuovo in tutto il suo fulgore. Dopo una solenne messa celebrata dal vescovo Ovidio Poletto, alle ore 18 in piazza S.Giuseppe presente una folla numerosa di santaluciesi e non, dopo la deposizione di una corona ai piedi del maestoso monumento e dopo il canto corale dell’Inno di Mameli, hanno preso la parola dapprima il vescovo Poletto, il quale ha sottolineato la barbarie delle guerre e la loro inutilità invitando, da buon prelato, i potenti della Terra a risolvere non con le armi ma attorno ad un tavolo le discordie, le diatribe, gli screzi fra i vari popoli della Terra. Ha preso la parola poi una signora, la quale ha ripercorso, in poche ma chiarissime parole, tutta la vita dell’autore materiale del monumento, tra le altre cose da lei dette risulta che la pietra usata per costruire l’opera venne estratta nel ‘Ligont’ di Dardago. Quindi è toccato esprimere il proprio pensiero al sindaco Roberto De Marchi il quale, prima di leggere il proprio testo, ha voluto esporre ai presenti il contenuto di una lettera di una signora centenaria di Santa Lucia, residente in Lombardia, nata nel 1911, che racconta di esser rimasta orfana assieme ad altri tre suoi fratelli, del padre, deceduto in guerra nel 1917, e continuava dicendo che pure un suo cognato diede la vita per la Patria nella seconda guerra mondiale. Nella sua struggente epistola esortava, in special modo le giovani generazioni, ad aborrire la guerra e a costruire un mondo migliore con la pace. Il sindaco poi proseguiva il suo intervento, anch’egli elogiando la popolazione di Santa Lucia per il monumento da essa voluto molti lustri or sono e come chi lo ha preceduto ha invocato la pace per tutte quelle nazioni della Terra, e ve ne sono parecchie, in cui attualmente vi sono in corso conflitti. E’ intervenuto anche un reduce dalla famosa e triste ritirata di Russia della seconda guerra mondiale, ricordando quei tristi giorni sempre vivi ed impressi indelebilmente nella sua memoria e, seppur con voce malferma ed emozionata, ha anch’egli rinnovato l’auspicio che sulla Terra non vi siano più guerre. Da un alpino è stata poi letta la preghiera ai caduti scritta dal cardinale arcivescovo di Genova, Bagnasco. Al termine della cerimonia le autorità, da segnalare anche la presenza del comandante la stazione carabinieri di Polcenigo, M.llo Claudio Zambon, e la popolazione hanno familiarizzato partecipando ad un lauto rinfresco.