Un monaco francese del XVI secolo diceva che "meglio è di risa che di pianti scrivere, perchè rider soprattutto è cosa umana". Avremmo saputo molto tempo dopo di essere l'unica specie animale capace di ridere, ma da sempre la battuta umoristica, l'ironia, il doppio senso e tutte le altre tecniche letterarie che contraddistinguono il registro comico hanno fatto parte delle modalità espressive dell'uomo.
Ingiustamente relegata ad un livello, magari di poco, inferiore, la letteratura comica è stata, invece, quella più vicina alla sensibilità popolare, quella più immediatamente comprensibile, più diretta, più amata, e pertanto più utilizzata per descrivere un'esistenza sempre troppo breve, talvolta incomprensibile e spesso ingiusta.
In un viaggio immaginario, che parte dall'antica Grecia di Aristofane, passa per la Roma di Plauto, la Francia di Rabelais, la Spagna di Cervantes fino ad arrivare agli Stati Uniti dei fratelli Marx e ad altri più recenti classici, Andrea&Ramiro ovvero I Papu, incalzati dalla chitarra del M° Denis Biason, danno voce a pagine spesso relegate ai banchi di scuola se non addirittura dimenticate dall 'orda incalzante di certa moderna comicità forse troppo devota alla semplificazione televisiva. Pagine che mantengono invece intatta la loro caustica dirompenza anche su temi di scottante attualità, quali la necessità di un'etica politica, la relatività di ogni religione, il significato della libertà o la manipolazione del prossimo. Dimostrandoci che anche un testo comico può diventare un classico che dura nel tempo e soprattutto che, per conoscere l'arte dei Grandi, in qualsiasi campo essi abbiano operato, non è mai troppo tardi.