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Nel panorama editoriale relativo alla storia di Pordenone e del suo territorio mancava una specifica ricerca sul fenomeno “montana”. Quel vuoto è stato colmato dalla Società Operaia di M.S. ed I. di Pordenone che nella sua attività d’editoria ha sempre privilegiato la storia e le tradizioni della città. E proprio dalla tradizione popolare più genuina è nato il titolo del volume di Mario Tomadini*, Accademico dell’Istituto d’Arte e Cultura Alpina-Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, nonché consigliere della stessa S.O.M.S.I., che ha voluto ricordare un proverbio assai temuto dai pordenonesi e non solo. Sette montane e un montanon, infatti, è un adagio tenuto in grande considerazione anche se la storia insegna che non sempre quel proverbio si è rivelato attendibile. In pratica dopo sette piccoli eventi alluvionali i cittadini dovevano attendersi un “montanon”, vale a dire una grande montana in grado di arrecare danni, allagare vaste zone, specie quelle dei quartieri e delle frazioni poste a sud del corso del Noncello ma soprattutto minacciare la stessa incolumità dei residenti. La pubblicazione prende in considerazione alcune esondazioni che hanno segnato in maniera profonda la storia di Pordenone. Dopo un excursus nelle interessanti cronache settecentesche di Giovan Battista Pomo quando le alluvioni, al pari delle altre calamità, erano combattute con rogazioni, processioni e ostensioni del Santissimo Sacramento, il volume prende in esame il montanon del 1882, quello del 1928 per proseguire poi con le alluvioni del 1965-1966 che nella loro drammatica sequenza hanno di fatto vanificato il proverbio che campeggia nella copertina del libro. Le ricerche continuano con l’ultimo grande montanon, quello del 2002 che l’Autore ha vissuto in prima persona come Capo squadra dei Vigili del fuoco. Quest’ultimo evento, grazie alle nuove tecnologie di comunicazione, ha avuto una vasta eco in Italia e non solo. Le immagini delle chiesa della Santissima Trinità, oltraggiata nella sua sacralità dalle acque del Noncello, hanno fatto il giro del mondo e sono divenute il simbolo di quella grande esondazione che la città ha vissuto con compostezza e dignità. Scrivendo di montane era piuttosto facile cadere nella tentazione di cavalcare l’onda delle polemiche scaturite dalla mancanza di idonee opere idrauliche di contenimento e laminazione delle piene, tuttavia l’Autore ha preferito impegnarsi in una fluente e semplice narrazione lasciando ai lettori ma soprattutto ai responsabili della sicurezza le relative valutazioni. In definitiva SETTE MONTANE E UN MONTANON è un viaggio particolare nella storia della città di Pordenone che ha convissuto e tuttora convive con il suo fiume dal quale ha preso il nome (Portus naonis) e che nei secoli passati ha permesso un notevole traffico fluviale con la Serenissima Repubblica di Venezia.

*  Mario Tomadini (Pordenone, 1954), Socio Accademico dell’Istituto di Arte e Cultura Alpina- Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, nel 2002 pubblica il volume INCENDI E POMPIERI NELLA VECCHIA PORDENONE- La storia del Corpo Civico dal 1866 al 1937, edito dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione di Pordenone.
Nel 2004 racconta le vicende del Reduce della Campagna di Russia nel libro I MULINI DEL DON- Enzo Roman Zotta nella Guerra di Russia, pubblicato dal Comune di Frisanco.
Nel 2007 ancora per la Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione di Pordenone pubblica il volume QUEI MAGNIFICI CAMPI DI NEVE- Le origini e la storia dello sci pordenonese 1924- 1941.
Nel 2008 cura la pubblicazione LA MONTAGNA AVIANESE- Storia e sentieri, edita dalla Sottosezione di Aviano del Club Alpino Italiano.
Nel 2011 pubblica I PASCOLI DEL SILENZIO- Casere e caseranti nel Piano del Cavallo (1850-1950) e nel 2013 LE PIETRE PERDUTE- Nel Piano del Cavallo sulle tracce del Rifugio Policreti, editi dall’Associazione La Voce, Pordenone 2011.
Dal 2003 è Consigliere della Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione di Pordenone. Collabora con il mensile NOTIZIE  PIANCAVALLO E DOLOMITI FRIULANE, con i periodici PIANCAVALLO MAGAZINE, edito dall’Associazione LA VOCE di Pordenone e con IL LAVORATORE, giornale degli Italiani di Svezia.