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IL PROGETTO
 
Vorrei raccontare una piccola storia,che è una grande storia..la nostra. Le Portatrici Carniche…Fautrici di vita Si occupavano dei propri figli,dei vecchi,della terra,della casa,dei propri uomini al fronte e dei propri morti che esse stesse seppellivano. Per 26 mesi hanno resistito,si sono fatte forza,si sono alzate all’alba caricando la gerla di scorte alimentari, generi di prima necessità e munizioni per poi avviarsi al fronte..
Questo spettacolo vuole rendere omaggio al coraggio alla determinazione che hanno dimostrato semplicemente parlando di loro,della loro piccola grande quotidianità…della loro immensità nell’essere donne…carniche. Vorrei partire per un meraviglioso e complesso viaggio attraverso il quale vivere e far rivivere le condizioni estreme in cui hanno vissuto, combattuto e vinto per le loro famiglie, per i loro soldati, per loro stesse… e contemporaneamente parlare di noi donne, chi siamo diventate e come ci rispecchiamo in loro dopo novanta anni di storia.
Vorrei raccontare del loro viaggio iniziatico verso la vera emancipazione e la consapevolezza. Trovarsi ad essere, da un giorno all’altro, uomini, mantenendo però chiara la propria identità di madri, Figlie, sorelle, mogli, lavoratrici instancabili, eroine.. trovando nella sofferenza e nel dolore la vera forza generatrice che è insita in ognuna di noi,unendosi per un unico scopo: “ANIN SENO CHEI BIADAZ AI MURIN ENCJE DI FAN”.
Erano Donne consapevoli di avere tutto nelle propri mani,passato,presente e futuro,continuando a vivere, lottare e sperare nel presente, nell’attimo, verso la scoperta della propria identità, che oggi è divenuta nostra.
     
SARA RAINIS
       
Prima di stilare note di regia,sviscerare codici espressivi, generi e forme, raccontare trame e sviluppi drammaturgici, rispetto a questo progetto è necessario parlare di UMANITA' e COMUNITA'.
Perché?Perché l'esempio delle portatrici carniche, unico nella storia, sbatte la nostra società di fronte ad una cruda realtà: viviamo in un contesto individualista che ha distrutto la struttura comunitaria ovvero quelle dinamiche in cui l'uomo e la donna erano tali perché appartenenti alla collettività. La storia delle portatrici è storia di SANGUE e TERRA.
Perché?Perché l'esperienza di queste donne è testimonianza dell'immensa forza generatrice femminile, legata al concetto universale della madre-terra e al simbolo del sangue sparso durante i conflitti come opposizione negativa al sangue del parto.
La storia delle portatrici è storia di SOPRAVVIVENZA e RESISTENZA. Perché? Perché i viaggi da loro percorsi su sentieri aspri, cariche di pesi sovrumani, insegna la forza dell'essere eroi nel salvare e non nel distruggere.
L'intento di questo progetto non è una cronistoria dell'evento portatrici durante il primo conflitto mondiale, ma un'esplorazione all'interno di un microcosmo femminile dai primi anni del Novecento ai primi anni del Duemila, alla ricerca di una IDENTITA'.
Perché?Perché il teatro, come forma artistica diretta, senza filtri, ha l'urgenza di riportare, oggi più che mai, le persone verso la riflessione, verso la presa di coscienza del nostro essere più profondo, delle nostre radici, del nostro legame con la terra.
     
GIULIANO BONANNI