31 ottobre 2006, un giorno come un altro. Sono andata a scuola, ho parlato delle solite cose con le amiche, e dopo sei ore di lezione sono ritornata a casa. Ero contenta perché il giorno dopo sarebbe stato di vacanza, come ogni giorno ho pranzato e poi mi sono messa a guardare la tv, intanto papà è fuori nell’orto a lavorare. Quel giorno sono stata un po’ di più davanti alla tv, visto che il giorno dopo non dovevo andare a scuola. Ad un certo punto mio papà batte sulla finestra del salotto, io, subito penso che, mi dirà di spegnere la tv, invece, con mia grande sorpresa mi dice, agitato di correre fuori, all’inizio ho pensato che fosse successo qualcosa di grave ma, appena uscita, la sorpresa.
Alzo la testa e su, nel cielo, uno stupendo stormo di oche selvatiche, posizionate a forma di “V” che starnazzavano gioiosamente tra loro, e che passavano davanti ai miei occhi. E’ stata una cosa bellissima perché era la prima volta che vedevo uno stormo di oche, e oltre tutto che passavano sul cielo di Dardago, si certo le avevo viste nei documentari ma è molto diverso vederle che volano sopra la tua testa. Miravano dritte a sud, usualmente mi disse papà, trascorrono l’inverno nei delta dei grandi fiumi delle regioni balcaniche; il loro passaggio migratatorio nelle nostre zone vuol dire che potrebbe arrivare un gran freddo. Quindi magari in questi giorni ne passeranno altre, un motivo in più, per alzare la testa e magari essere fortunati nel vederne altre starnazzare gioiose e felici in cielo.