Agli inizi di settembre il sagrato della Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore verrà sottoposto ad un radicale cambiamento difatti una gentile e generosa persona dardaghese, sentito il parere del Pievano e del Consiglio degli affari economici, constatato assieme ai suddetti che la lunga siepe di lauro prospiciente la chiesa verso il lato nord è vecchia, malata a tratti e cresciuta a dismisura nascondendo addirittura la visibilità della chiesa stessa, constatato altresì che gli alberi piantumati nella parte frontale alla chiesa sono troppo vicini tra di loro e che le loro fronde crescono di anno in anno in maniera esagerata, si è interessato personalmente, sia materialmente che economicamente, affinché la suddetta siepe ed i predetti alberi vengano rimossi e che la siepe sia sostituita con una di bosso, intervallando in essa, ogni 5 metri, degli alberelli più alti di specie ancora da definire.
I sette agrifogli posizionati lungo il vialone centrale rimarranno al loro posto, anzi vicino al monumento ai donatori di sangue ve ne sarà piantumato un altro; anche i due ulivi, ora molto sacrificati e soffocati da altri alberi rimarranno dove sono, i due mirabolani, la tuia e la magnolia verranno tolti. Il pozzo e gli altri resti lapidei non saranno rimossi.
Sarà altresì livellata e riseminata la parte ora ricoperta d'erba del sagrato stesso. Verranno anche posizionati due potenti fari per illuminare la bella facciata della nostra chiesa, perché si è accertato che di notte il sagrato e la stessa chiesa sono in una zona di penombra e ai più è sembrato doveroso far risaltare l'imponenza dell'edificio sacro.
Vi proponiamo delle foto, ricavate dall' archivio del sito www.artugna.it, riguardanti il sagrato e la chiesa di Santa Maria Maggiore, scattate in epoche diverse dello scorso secolo, si avrà così modo di vedere i vari mutamenti che vi sono stati nell'arco di circa cento anni.
Vi proponiamo anche la visione attuale della siepe e del sagrato di modo che ognuno possa rilevare la necessità di un così drastico intervento. Vi terremo poi informati, in special modo attraverso immagini, sull'inizio, il proseguimento e se Dio vorrà sul termine dei lavori.