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L' albero de Nadal
IN DARDAGHESE

Un bel pensier che impegna thut a l’an.
El papà Paolin al therca al brothicio giusto par fa l’albero. A la da esse bel grant ma fato bin, bel tondo.
Andant in giro a fonc o a ciastegne al vartha chel giusto.
Le canaiute pithole Clelia 8 anni e Graziosa 6 le met via le ciarte delle caramelle (in un an ,pocie).
Al momento de preparà par fa l’ albero se inciarta i bagigi, e qualche cucola
Thuti i quaderni con con qualche disegno se lo met via e thopo se fa tante striche par fa le ciathene.
Par incolale la mamma Santa la prepara una colla con acqua e farina de siala.
E ca vin al bel, perché dopo un poc i visi, i vestiti e la tola della cusina e thut intor alle canaie se pitura the bianco.
Ad ogni modo l’albero a le bel e thuti soddisfatti.
Se aggiunge qualche mandarin che nol riva mai alla fine de l’an.
Qualche bociuta se lo mangia prima.

Clelia

  IN ITALIANO

Un bel pensiero che impegna tutto l’anno.
Il papà Paolin cerca il ginepro giusto per fare l’albero. Deve essere bello, grande ma fatto bene. Bello rotondo.
Andando in giro a funghi o a castagne cerca quello giusto.
Le bambine piccole Clelia 8 anni e Graziosa 6 mettono via le carte delle caramelle (in un anno, poche).
Al momento di preparare per fare l’albero si incartano gli arachidi e qualche noce.
Tutti i quaderni con qualche disegno si mettono via e poi si fanno tante striscioline per fare le catene.
Per incolarle la mamma Santa prepara una colla con acqua e farina di segala.
E qui viene il bello, perché dopo un pò i visi, i vestiti e la tavola della cucina e tutto attorno alle bambine si dipinge di bianco.
Ad  ogni modo l’albero è bello e tutti soddisfatti.
Si aggiunge qualche mandarino che non arriva mai alla fine dell’anno.
Qualche boccuccia se lo mangia prima

Clelia

Fiori

Ninna nanna di Natale

Gelato è il focolare
fanciul non ti svegliare
per coprirti dal freddo o mio bambino
cucio un vecchio scialle e un vestitino.
Ma il lucignolo trema e l’occhio è stanco
bimbo dal viso bianco.
Chissà se per domani avrò finito
questo che aspetti, povero vestito.
Ninna nanna di Natale
libera nos dal male.
Cade la neve, senza vento,
fitta gocciola un trave qui nella soffitta.

    Imparata in classe V^, anno 1941,
    da una ragazza del’30

 

Messa di mezzanotte

Cera un silenzio come d’attesa
lungo  la strada che andava alla chiesa,
e fredda l’aria di notte,
in quell’ombra solitaria.
C’eran le stelle nel cielo invernale;
e un verginale chiarore di neve
ma lieve e rada.
C’era una siepe nera e stecchita
parea fiorita
di suo biancospino.
E mi tenea, oh  mio sogno  lontano,
mia Madre per mano.
E nella tiepida chiesa, che incanto,
fra lumi ed un denso profumo d’incenso
e suono d’organo e voci di canto,
ecco il presepe con te Bambino….

Imparata in III^ elementare           
da una 56enne              
        

 

NADAL (in dardaghese)

Un al pensa a Nadal dut l’an
e quan che el riva, par de stran
a fortha de avelo nominat
in quatro e quatroto lè rivat
co le so luci e duta l’alegria
me par da esse sempre in compagnia.
In te la platha bin el stà
el peth dut inluminà
le so lampadine dute colorade
ne ralegra  le serade
te le ciase duti avon
un  bordicio inluminat n’tel cianton
tanti altre un presepio bin fat col lisp,
cussì el Nadal al sarà pì bel e no trist.

gi ed effe       

 
NATALE (in italiano)

Si pensa al Natale tutto l’anno
e quando arriva ci pare strano,
a forza di averlo nominato
in quattro e quattrotto è arrivato,
con le sue luci e tutta l’allegria
mi sembra di essere sempre in compagnia.
In piazza fa bella mostra di sé
il pino tutto illuminato
di lampadine colorate
rallegra le serate.
Nelle case tutti abbiamo
in un angolo un ginepro illuminato
in altre un presepe fatto col muschio
così il Natale sarà più lieto e non triste.

gi ed effe